E' quanto rileva la
Coldiretti nel sottolineare che si tratta di un vincolo imposto
dalla Commissione Europea in quanto quasi il 10% degli stabilimenti
dell'industria alimentare dei nuovi Paesi interessati
all'allargamento non è ancora in regola con le norme igieniche
comunitarie e necessita di tempi più lunghi di adeguamento. Sulla
base della comunicazione della Commissione Europea emerge infatti -
precisa la Coldiretti - che, nonostante i passi in avanti compiuti,
a ben 1006 impianti alimentari, su un totale di circa 12.000, è
stato posto il vincolo commerciale in funzione della proroga per
raggiungere gli standard di sicurezza alimentare previsti
dall'Unione che va da un periodo di 3 mesi a tre anni.
Quasi i tre quarti degli stabilimenti alimentari non in regola -
continua la Coldiretti - si trovano in Polonia, il colosso
agroalimentare tra i nuovi Paesi, dove sono 721 gli impianti che non
rispettano le norme sanitarie comunitarie, dei quali 413 producono
carne e 163 latte. Ma difficoltà si registrano anche in Repubblica
Ceca (52 impianti non in regola), Ungheria (54), Lituania (57),
Lettonia (97), Slovacchia (12) e Malta (8). E dunque - precisa la
Coldiretti - se non saranno più necessari visti e passaporti per la
libera circolazione delle persone nell'Europa allargata, la
necessità di garantire un livello elevato di sicurezza alimentare ha
portato la Commissione a incrementare fino a 37 i nuovi posti
d'ispezione frontaliera che inizieranno le loro attività di
controllo proprio a partire dal 1° maggio.
Una situazione che -
sostiene la Coldiretti
- conferma la necessità
che nell'Europa allargata i temi dell'agricoltura e della sicurezza
alimentare ed ambientale debbano essere posti al centro dell'Agenda
politica. Con l'arrivo di dieci nuovi Stati membri dell'Unione -
continua la Coldiretti - avremo infatti una Europa più grande, ma
anche più agricola poiché raddoppia l'occupazione nel settore
(+110%) e la superficie coltivata aumenta del 45% nonostante un
aumento di solo il 5% del valore aggiunto agricolo.
Nei nuovi dieci Paesi e in Romania e Bulgaria, che dal 2007
entreranno nell'Unione, sono circa 9 milioni gli occupati nella
coltivazione di quasi 60 milioni di ettari di superficie agricola
utilizzata (quattro volte quella italiana). E per favorire
l'adeguamento strutturale nell'agroalimentare il bilancio
dell'Unione allargata - continua la Coldiretti - destina nel 2005 ai
nuovi arrivati 3,6 miliardi per l'agricoltura e 1,9 miliardi per lo
sviluppo rurale. Importi destinati ad aumentare nel tempo con un
incremento progressivo degli aiuti diretti fino ad arrivare nel 2013
al valore fissato per gli altri 15 Paesi dell'Unione.
Nella nuova Europa la superficie coltivata a biologico - afferma la Coldiretti -
sarà pari a cinque volte quella Usa perché i nuovi
arrivi portano in "dote" quasi mezzo milione di ettari di superficie
coltivata a biologico da oltre 6.700 imprese agricole.
A fare la
parte del leone sono la repubblica Ceca con 220mila ettari coltivati
da 654 imprese e l'Ungheria con 105mila ettari e oltre mille imprese
mentre sono 60mila gli ettari biologici in Slovacchia (82 imprese) e
45mila quelli in Polonia (circa 1800 imprese). Con l'arrivo dei
nuovi Paesi - spiega la Coldiretti - la superficie complessiva
dell'Unione Europea destinata a biologico raggiunge quasi i cinque
milioni di ettari (4.877499 ettari) e diventa cinque volte superiore
a quella coltivata negli Stati Uniti (950mila ettari) mentre le
imprese sono oltre 140mila (142.911) pari a venti volte quelle
statunitensi (6.949).
Ma a cambiare - continua la Coldiretti - sarà anche la struttura del
mercato del lavoro in agricoltura perché con l'allargamento non sarà
più necessario il visto di ingresso per gli immigrati che giungono
ogni anno per lavorare in Italia dai Paesi dell'Est nuovi partner
europei. Si tratta di una importante semplificazione che riguarda i
ventimila lavoratori dei Paesi neocomunitari autorizzati
all'ingresso in Italia proprio in occasione dell'allargamento e che
- sostiene la Coldiretti - determinerà un significativo snellimento
nei tempi amministrativi necessari per l'assunzione di un immigrato
proveniente da questi Paesi, con effetti positivi per i lavoratori e
per le imprese.
Un primo passo - conclude la Coldiretti - che dovrebbe portare
presto al definitivo superamento delle quote per questi lavoratori
stagionali che rappresentano circa i due terzi degli immigrati
impegnati in agricoltura e provengono principalmente da Polonia,
Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania. Per salutare l'allargamento
dell'Unione Europea il primo e il due di maggio a Gorizia la storica
caduta della barriera tra Italia e Slovenia, l'ultimo "muro" che ha
separato per 50 anni l'Europa dell'Est, sarà salutata dalla
Coldiretti con degustazione di prodotti tipici della tradizione
agroalimentare che saranno offerti negli stand di Campagna Amica in
Corso Italia.
E le tipicità alimentari nazionali sono state offerte anche il primo
maggio a Bruxelles dai giovani della Coldiretti presso il Parco del
Cinquantenario grazie ad un'iniziativa promossa dal
CEJA che si
propone di accogliere i nuovi Paesi membri con una festa organizzata
dalle giovani imprese europee.
Fonte:
Coldiretti.it |