17.04.2009 | Normative Inserisci una news

Il Sagrantino di Montefalco sperimenta il sistema dei “CRU”.

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Bottiglie classificate per qualità, notorietà e prezzo del vino

Il progetto pilota è stato autorizzato con decreto ministeriale a fine dicembre. A breve sarà nominata una commissione di esperti, formata da ricercatori, enologi e giornalisti italiani e stranieri.

 

Il Consorzio è stato incaricato dal Ministero delle Politiche Agricole di condurre un progetto pilota per una classificazione dei vini prodotti a Montefalco con un sistema che ricalca quello dei cru francesi. Questa iniziativa sarà realizzata in collaborazione con l’Università di Firenze. Le bottiglie prodotte nel territorio della Docg Sagrantino di Montefalco verranno classificate in via sperimentale secondo 3 criteri: la qualità, la notorietà e il prezzo delle singole etichette. E’ del 19 dicembre scorso il decreto ministeriale (D.M. 19 dicembre 2008, reg. ufficiale 0011091) che autorizza la sperimentazione del nuovo sistema di classificazione per i vini di Montefalco, condotto nell’ambito delle regole della Docg.  Entro la fine del 2010 saranno disponibili i risultati sulle modalità operative di questo nuovo sistema per la prima volta sperimentato, e che ha già riscosso notevoli consensi per i risvolti positivi che si attendono: aumento della notorietà della denominazione, maggiore comunicabilità del prodotto e, come ricaduta, un aumento del livello qualitativo delle produzioni.  Nelle prossime settimane il Consorzio di Tutela Vini Montefalco nominerà la commissione incaricata di svolgere il progetto. Sarà composta da nomi di prestigio italiani e internazionali del mondo della ricerca, dell’enologia, del marketing e della stampa di settore. Il responsabile del progetto è il professor Vincenzo Zampi, docente di economia presso l’Università di Firenze.

 

Tra i nuovi progetti avviati dal Consorzio una ricerca triennale sulla tracciabilità del vitigno sagrantino, a cura dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. L’iniziativa, cominciata con la vendemmia 2008, ha l’obiettivo di garantire il consumatore assicurando sul mercato la presenza di vini ultra-certificati, ottenuti dall’impiego di sole uve sagrantino. In un’ottica di controllo della produzione il Consorzio ha richiesto alla regione Umbria il rinnovo per il blocco degli impianti fino al 2012. La realizzazione di nuovi vigneti, grazie a una richiesta del 2005 è bloccata al momento fino allo scadere del 2009. Nel frattempo, in base all’articolo 10 della legge 164/92, sono state abbassate le rese produttive dagli 80 quintali/ettaro previsti dal disciplinare ai 70 quintali/ettaro per le vendemmie 2007 e 2008, mentre è in corso di approvazione lo stesso provvedimento per il 2009. Sempre in un’ottica di qualità a lo scorso dicembre è stata presentata agli uffici ministeriali una richiesta di modifica del disciplinare di produzione del Sagrantino di Montefalco.  Prevede tre importanti novità: l’aumento del periodo di inveccchiamento da 30 a 37 mesi (almeno 12 in legno e almeno 4 in bottiglia), l’obbligo di imbottigliamento in zona e la densità minima di 4 mila ceppi per ettaro.

Da oltre trent’anni i vini di Montefalco sono tutelati da un’organizzazione che oggi rappresenta il 93% della produzione complessiva e che riunisce 235 produttori, tra cantine imbottigliatrici e viticoltori.

 

Ufficio stampa

Massimiliano Rella – 347/8872490

 

 

Osservazioni a margine di Winetaste

 

Sono sostanzialmente d’accordo con quanto ho evidenziato sopra nei punti , a mio parere salienti, in riferimento alle nuove proposte per dare un maggiore rilancio a tutta la denominazione, ma NON  sono assolutamente d’accordo con la proposta di classificare i “ Cru “ alla francese per intenderci, in base al prezzo ed alla notorietà delle etichette.

Questo è secondo me una distorsione del problema : non possiamo partire dal prezzo ( troppo spesso ingiustificatamente elevato ) alto e tanto meno dalla notorietà : può succedere che etichette meno note e meno costose siano piu’ buone e di alta qualità, e questo talvolta mi capita di incontrare con il mio lavoro di degustatore in giro per l’ Italia vitivinicola.

Bisogna partire esclusivamente  DALLA QUALITA’ dei vini, e  solo successivamente stilare una ipotetica classifica dei “ Cru “, e se vogliamo parlare anche di prezzo.

Sarebbe assurdo classificare i vini della denominazione , tenendo conto della notorietà e del prezzo, una vera distorsione all’italiana : prima viene la qualità intrinseca del vino, poi tutto il resto : il fumo negli occhi non lo dobbiamo/possiamo piu’ buttare a nessuno.

Roberto Gatti

 


Tag: winetaste, gatti, sagrantino, cru, modifica disciplinare, normative vinicole, Mipaf


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