22.02.2005 | Prodotti Tipici

Un'Annurca al giorno leva il medico di torno

Che il pomo della discordia della mitologia greca fosse un premio così ambito dagli dei tanto da essere il preludio alla guerra fra Troiani e Greci lo si sapeva. Anche Adamo, dopo essere stato tentato dalla sua compagna, si accorse della potenza del frutto proibito, che andò di traverso a lui e a tutti i discendenti maschietti fermandosi all’altezza della trachea. Eppure, la sua potenza distruttiva, affibbiatagli dalle antiche religioni, non le hai mai impedito di essere il frutto più presente sulle tavole imbandite.

In Campania la rossa protagonista del dessert è da oltre 2000 anni l’Annurca, coltivata nella zona Giuglianese-Flegrea, nelle regioni del maddalonese, di Aversa, di Teano e nelle valli beneventane Caudina e Telesina. Con 90.000 tonnellate medie annue, l'IGP campano rappresenta oltre il 50% della produzione regionale di mele e il 5% circa di quella nazionale.

La Rossa del Sud è stata la Musa ispiratrice di celebri scrittori dell’età classica come Plinio il Vecchio, che le diede l’appellativo di Mala Orcula perchè prodotta intorno all'Orco (gli inferi), che gli antichi riconducevano all’agro puteolano. La sua buccia purpurea è raffigurata perfino negli affreschi conservati nella Casa dei Cervi di Ercolano, a testimonianza di un gusto fresco e vivace che addolciva i palati dei patrizi. Descritta nel ‘500 da Gian Battista della Porta nel Suae Villae Pomarium, fu chiamata prima anorcola, poi annorcala fino ad essere battezzata nel 1876 col nome Annurca da G.A. Pasquale nel Manuale di Arboricoltura.

Piccola quanto il palmo di una mano, dal peso di circa 100 grammi e con la sua forma appiattita o rotondeggiante con epidermide rosso-striata, l’Annurca è la Regina delle mele. Grazie alla sua polpa croccante e succosa che sprigiona un sapore aromatico tendente all’acidulo, il frutto campano è un concentrato di vitamine B1, B2, PP, C, e di elementi minerali quali fosforo, ferro, manganese, zolfo e potassio. Le sue sostanze, capaci di conferirle un elevato potere antiossidante, possono avere un ruolo decisivo nella prevenzione del cancro, mentre la ricchezza in fibra la rende particolarmente adatta a ripulire le arterie dal colesterolo e quindi ad evitare le malattie cardiovascolari.

Ad essa sono attribuite azioni positive a carico dell’apparato muscolare e nervino, effetti antireumatici, diuretici, dissetanti e soprattutto qualità digestive che graduano l'assorbimento del glucosio di grande beneficio per i diabetici. Secondo un recente studio del Dipartimento di Scienza degli Alimenti dell’Università Federico II di Napoli l’Annurca ha anche proprietà gastro-protettive che dimezzano i danni ossidativi alle cellule epiteliali gastriche grazie a composti fenolici come la catechina e l'acido clorogenico. Insomma un mito della terra che si discolpa dalle storie che le sono state bollate nel corso dei millenni presentandosi come uno dei prodotti naturali più efficaci per l’organismo umano.

Fonte: Campaniasuweb

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