09.11.2004 | Cultura e Tradizioni

Un altopiano di prati, pietre e formaggi

L'Altopiano di Asiago è terra ricca di storia, tradizioni e cultura. S'innalza a ridosso della Pianura Padana, in provincia di Vicenza, tra i fiumi Astico e Brenta, è composta da due gradoni: il primo a quota 1000 m, al centro del quale si trova Asiago con attorno Rotzo, Roana, Gallio, Foza, Enego, Lusiana e Conco; il secondo, che si eleva alle loro spalle, è costituito da una catena di montagne che raggiungono un'altitudine di circa 2300m.

Il paesaggio incanta i visitatori con i verdi e morbidi prati, le malghe dove pascolano indisturbate mucche e pecore, i boschi in cui resiste una flora e una fauna di tipo alpino. Luoghi, insomma, dove è ancora possibile ammirare le teste delle marmotte furtive, gli agili salti dei caprioli, i voli circolari delle maestose aquile che come sentinelle sorvegliano il paesaggio dall’alto. Poi si incontrano altri segni: fortilizi, mulattiere, trincee. Tristi e dolorosi ricordi dei sacrifici delle Grandi Guerre. Tra i campi di battaglia il luogo più conosciuto è senz’altro il Monte Ortigara, ma ci sono anche cinque cimiteri inglesi, Barenthal, Granezza, Cavalletto, Magnaboschi, Boscon, tutelati dalla "Commonwealth War Graves Commission". La storia dell’Altopiano comincia però tanto tempo fa.

Le selci e le incisioni della Val d’Assa parlano di una presenza umana nell’area già in epoca preistorica. Le incisioni rupestri, scoperte nel 1979, tuttora oggetto di studi, si trovano nel Tinkelbalt, nel fondovalle, raggiungibile da Canove. La scoperta, invece, del villaggio del Bostel di Rotzo ha portato alla luce le tracce del popolo che per primo forse si stabilì su questi monti. Altri segni di insediamenti precristiani sono stati trovati a Lusiana e ad Enego. Ma è comunque l'idioma cimbro il documento attualmente più evocativo delle origini della gente Altopianese. Subito dopo il Mille, famiglie di coloni bavaresi alla ricerca di terre da coltivare raggiunsero l'Altopiano e si stabilirono quassù mantenendo nel tempo (grazie anche alla posizione isolata) la lingua ed i costumi originari. I primi insediamenti furono Rotzo ed Enego. Poi sorsero Gallio, Foza, Roana, Lusiana, Asiago, che divennero ben presto Comuni, "protetti" dapprima dagli Ezzelini e poi dagli Scaligeri e dai Visconti. In tale periodo l'unione fra i Sette Comuni si rafforzò sino al patto della Reggenza (1310) che permise agli Altopianesi di godere di autonomia politico amministrativa e di avere addirittura una propria milizia. Nel 1404, la Federazione dei Sette Comuni s'alleò volontariamente alla Repubblica di Venezia in un'unione che durò ben quattro secoli.

L’odierno Altopiano dei 7 Comuni è una zona ormai perlopiù dedita alla attività turistiche che si presenta agli ospiti con strutture ricettive all’avanguardia. Ma per conoscere un luogo non basta visitarne monumenti e chiese, anche il cibo può aiutarci alla scoperta delle antiche tradizioni, dell’identità e della cultura degli abitanti. I prodotti che caratterizzano l’Altopiano sono, per esempio, la celebre patata mora e quella di Rotzo nelle varietà Byntie, Spunta, Desirèe e Monnalisa. Anche l’orzo è base di ricette tipiche delle zone montane dell'Alto Vicentino, dove la sua coltivazione è prevalente rispetto a quella del frumento, dato che sopporta meglio i climi freddi e l'altitudine maggiore. Viene utilizzato non solo per le zuppe e le minestre, ma anche per fare il pane ed il caffè de orzo. La minestra d'orzo, in particolare, è tipica delle popolazioni cimbre. Come dimenticare poi i funghi di cui sono ricchissimi i boschi e i prati dell'Altopiano? Mazza di Tamburo, Gambasecca, Idrofori, l'Algarico Montano e l'Algarico Campestre, il Poliporo Squamoso, il Cantarello Giallo, il Cortinario Prestante, il Porcino, il Lattario Sanguigno, sono solo alcuni dei funghi che vengono abitualmente utilizzati in cucina per la preparazione di prelibatissimi piatti.

Infine, il posto d’onore, occorre riservarlo a lui, al formaggio Asiago che proprio dall'Altopiano prende il nome. Prodotto nelle tipologie d'allevo e pressato, è impossibile rinunciare ad un suo assaggio in queste zone, e il profumo dell’erba e dei fiori raggiungerà il vostro palato.
E infine bisogna ricordare anche lo Stravecchio d'Allevo, formaggio per il quale Slow Food del Veneto ha anche istituito un Presidio. Si tratta di un prodotto particolare e rarissimo per la complessità di gusti, sapori ed aromi, la cui tradizione ha radici antiche.
Già gustato dall'imperatore Francesco Giuseppe e dalla principessa Sissi, oggi lo si trova sulla tavola degli inquilini della Casa Bianca e su quella regale di Londra della regina Elisabetta.


Luisa Quinto
luisa.quinto@regione.veneto.it

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