30.03.2004 | Normative

Una Contea Californiana è OGM-FREE

Nonostante il pesante intervento dei giganti biotech, la contea ha approvato con il 56% dei voti la prima misura OGM-free degli Stati Uniti. Chiaro il messaggio: neanche gli agricoltori e i consumatori USA vogliono le meraviglie OGM. Alla fine del 2003 gli attivisti della contea avevano presentato la proposta (messa poi ai voti come "Proposition H") che proibiva "la diffusione, la coltivazione e la crescita di OGM nella contea di Mendocino".

Nella contea OGM-free (circa 85.000 abitanti) operano circa 150 aziende agricole biologiche, in particolare vitivinicole (un terzo di tutte le cantine della contea), che rappresentano circa un sesto della Sau complessiva. Tra loro la Fetzer Vineyards, uno dei più noti produttori statunitensi di vino biologico. Ovviamente hanno appoggiato la proposta, sostenendo pubblicamente che le loro produzioni ad alto valore aggiunto, una volta contaminate dal DNA di piante geneticamente modificate, avrebbero rischiato di perdere la certificazione e ogni opportunità sui nuovi mercati europeo e giapponese, dove quella degli OGM è una tra le maggiori preoccupazioni dei consumatori.

Durante la campagna GMO Free Mendocino sono stati illustrati i risultati del recente rapporto della Union of Concerned Scientists ("Gone to Seed"), che conferma la difficoltà di difendersi dall'impollinazione incrociata nelle aree in cui siano presenti coltivazioni OGM (alla faccia della patata bollente della "coesistenza" che l'Unione europea ha gettato tra le mani delle regioni). Secondo i risultati dei due laboratori indipendenti commissionati dalla Union of Concerned Scientists, anche i semi di mais, soia e cotone certrificati "puri" commercialmente, presentano tracce di materiale OGM in 5 casi su 6, un risultato che l'industria biotech ammette "inevitabile".

Il rapporto sottolinea che se le norme per la segregazione degli OGM non verranno ristrette, l'intera catena alimentare statunitense sarà presto contaminata. Il comitato promotore ha organizzato dibattiti e ha girato la contea porta a porta, per smontare la disinformazione diffusa dalla macchina propagandistica delle imprese biotech, che definivano la "Proposition H" come "the H-Bomb". "Siamo la contea più pulita dello Stato. Abbiamo il suolo e l'acqua meno contaminate, e vogliamo continuare in questo modo: mantenere la contea di Mendocino naturale, è questa la vera questione", sostenevano i promotori della campagna.

Se Mendocino è la prima contea OGM-free, nel Vermont, dove l'agricoltura biologica sta acquisendo un'importanza sempre maggiore la Commissione giustizia del Senato ha approvato all'unanimità il Farmer Protection Act, una legge che impone due anni di moratoria sull'utilizzo di piante OGM nell'intero territorio dello stato, e sta discutendo altre due norme (tra cui una che impone l'etichettatura dei prodotti OGM). 70 città dello stato hanno già approvato delibere anti-OGM, e molte altre hanno convocato referendum cittadini.

Nel 2003, le aziende agrochimiche e biotech avevano speso oltre 6 milioni di dollari per opporsi al referendum convocato in Oregon per chiedere l'etichettatura dei prodotti OGM. La richiesta, che prima della loro offensiva "Coalizione contro le leggi sull'etichettatura costose" (!) contava sull'adesione del 70% degli elettori, alla fine è stata bocciata per pochi voti La sola Monsanto, secondo i dati dell'Oregon's Money in Politics Research, Action Project aveva investito 1,5 milioni di dollari.

Anche a Mendocino le imprese del settore non sono rimaste a guardare; un consorzio comprendente le maggiori, tra cui Monsanto, DuPont e Dow AgroSciences, ha investito oltre 600.000 dollari in spot radiofonici e televisivi per contrastare la "Proposition H" (un record assoluto per la contea, circa 55 dollari per ogni voto preso), contro i 72.000 dollari che i promotori del referendum sono stati in grado di raccogliere prevalentemente da piccole donazioni.

Oltre a sostenere che le patate OGM avrebbero potuto vaccinare i consumatori contro l'epatite B e il colera, e che l'ingegneria genetica avrebbe reso fragole e pomodori resistenti al gelo (tesi di ridotto impatto nell'assolata California), i rappresentanti delle industrie biotech hanno sostenuto che non c'era rischio di contaminazione delle vigne (e quindi neppure di perdite di mercato) e che dichiararlo equivaleva a fare del terrorismo ambientalista. Ma nel corso della campagna è stato rivelato che, proprio sulla vite, in California sono attualmente in corso almeno 30 sperimentazioni OGM...

La tesi dei promotori del referendum "I cittadini di questa contea possono decidere in qualsiasi momento di sospendere il bando, una volta che sia dimostrato inconfutabilmente che queste tecnologie sono sicure. Il bando metterà solo fine a esperimenti incontrollati le cui conseguenze ci sono ignote" è risultata più convincente. "Qui è la contea di Mendocino contro centinaia di multinazionali", ha dichiarato David Drell della Campaign for a GMO-Free Mendocino, ed esprimendo un sentimento diffuso tra i cittadini ha aggiunto "ma se loro hanno i soldi, noi abbiamo la gente".

Alla vigilia del voto, i commentatori sostenevano che una vittoria del movimento anti-OGM avrebbe inviato un chiaro messaggio ai giganti biotech: non necessariamente il denaro è sufficiente a sconfiggere l'azione locale e l'informazione corretta. Ora i vincitori, brindando con shiraz biologico, confidano che il loro successo possa galvanizzare il movimento di base anti-OGM dal Vermont alle Hawaii. Per ora sono già annunciate analoghe proposte di referendum locale in altre nove contee della California, tra cui Napa, Marin, Humboldt, e Sonoma (alcuni tra i più importanti centri vitivinicoli Usa).

Anuradha Mittal di Food First (un istituto per la politica alimentare e lo sviluppo) ha dichiarato: "La vittoria di Mendocino sarà celebrata in tutto il mondo dalla gente che rifiuta le piante biotech: quel che è cattivo per Mendocino è cattivo anche per il resto del mondo. Siamo fieri di aver sostenuto questa battaglia etica della comunità. Le grandi società sono abili nel comprare consensi a Washington, ma non possono ingannare il pubblico americano. La misura approvata a Mendocino è il primo passo nel percorso per portare gli Usa tra le nazioni in via di sviluppo e industrializzate che hanno adottato normative complete sugli OGM".

Fonte:
GreenPlanet.net - natural network
La Rete del Biologico su Internet

px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?