Nella contea OGM-free (circa 85.000 abitanti) operano circa 150
aziende agricole biologiche, in particolare vitivinicole (un terzo di
tutte le cantine della contea), che rappresentano circa un sesto della Sau
complessiva. Tra loro la Fetzer Vineyards,
uno dei più noti produttori statunitensi di vino biologico. Ovviamente
hanno appoggiato la proposta, sostenendo pubblicamente che le loro
produzioni ad alto valore aggiunto, una volta contaminate dal DNA di
piante geneticamente modificate, avrebbero rischiato di perdere la
certificazione e ogni opportunità sui nuovi mercati europeo e giapponese,
dove quella degli OGM è una tra le maggiori preoccupazioni dei
consumatori.
 |
Durante la campagna
GMO Free Mendocino sono stati
illustrati i risultati del recente rapporto della Union of Concerned
Scientists ("Gone to Seed"), che conferma la difficoltà di
difendersi dall'impollinazione incrociata nelle aree in cui siano
presenti coltivazioni OGM (alla faccia della patata bollente della
"coesistenza" che l'Unione europea ha gettato tra le mani delle
regioni). Secondo i risultati dei due laboratori indipendenti
commissionati dalla Union of Concerned Scientists,
anche i semi di mais, soia e cotone
certrificati "puri" commercialmente,
presentano tracce di materiale OGM in 5
casi su 6, un risultato che l'industria biotech ammette
"inevitabile". |
Il rapporto sottolinea che se le norme per la segregazione degli OGM non
verranno ristrette, l'intera catena alimentare statunitense sarà presto
contaminata. Il comitato promotore ha organizzato dibattiti e
ha girato la contea porta a porta, per smontare la disinformazione diffusa
dalla macchina propagandistica delle imprese biotech, che definivano la "Proposition
H" come "the H-Bomb".
"Siamo la contea più pulita dello Stato. Abbiamo il suolo e l'acqua meno
contaminate, e vogliamo continuare in questo modo: mantenere la contea di
Mendocino naturale, è questa la vera questione", sostenevano i promotori
della campagna.
Se Mendocino è la prima contea OGM-free, nel Vermont, dove l'agricoltura
biologica sta acquisendo un'importanza sempre maggiore la Commissione
giustizia del Senato ha approvato all'unanimità il
Farmer Protection Act, una legge che impone due anni di
moratoria sull'utilizzo di piante OGM nell'intero territorio dello stato,
e sta discutendo altre due norme (tra cui una che impone l'etichettatura
dei prodotti OGM). 70 città dello stato hanno già approvato delibere
anti-OGM, e molte altre hanno convocato referendum cittadini.
Nel 2003, le aziende agrochimiche e biotech avevano speso oltre 6 milioni
di dollari per opporsi al referendum convocato in Oregon per chiedere
l'etichettatura dei prodotti OGM. La richiesta, che prima della loro
offensiva "Coalizione contro le leggi sull'etichettatura costose" (!)
contava sull'adesione del 70% degli elettori, alla fine è stata bocciata
per pochi voti La sola Monsanto, secondo i dati dell'Oregon's Money in
Politics Research, Action Project aveva investito 1,5 milioni di dollari.
Anche a Mendocino le imprese del settore non sono rimaste a guardare; un
consorzio comprendente le maggiori, tra cui
Monsanto, DuPont e Dow AgroSciences, ha investito oltre 600.000
dollari in spot radiofonici e televisivi per contrastare la "Proposition
H" (un record assoluto per la contea, circa 55 dollari per ogni voto
preso), contro i 72.000 dollari che i promotori del referendum sono stati
in grado di raccogliere prevalentemente da piccole donazioni.
Oltre a sostenere che le patate OGM avrebbero potuto vaccinare i
consumatori contro l'epatite B e il colera, e che l'ingegneria genetica
avrebbe reso fragole e pomodori resistenti al gelo (tesi di ridotto
impatto nell'assolata California), i rappresentanti delle industrie
biotech hanno sostenuto che non c'era rischio di contaminazione delle
vigne (e quindi neppure di perdite di mercato) e che dichiararlo
equivaleva a fare del terrorismo ambientalista. Ma nel corso della
campagna è stato rivelato che, proprio sulla vite, in California sono
attualmente in corso almeno 30 sperimentazioni OGM...
La tesi dei promotori del referendum "I cittadini di questa contea possono
decidere in qualsiasi momento di sospendere il bando, una volta che sia
dimostrato inconfutabilmente che queste tecnologie sono sicure. Il bando
metterà solo fine a esperimenti incontrollati le cui conseguenze ci sono
ignote" è risultata più convincente. "Qui è la
contea di Mendocino contro centinaia di multinazionali", ha
dichiarato David Drell della Campaign
for a GMO-Free Mendocino, ed esprimendo un sentimento diffuso tra i
cittadini ha aggiunto "ma se loro hanno i soldi, noi abbiamo la gente".
Alla vigilia del voto, i commentatori sostenevano che una vittoria del
movimento anti-OGM avrebbe inviato un chiaro messaggio ai giganti biotech:
non necessariamente il denaro è sufficiente a sconfiggere l'azione locale
e l'informazione corretta. Ora i vincitori, brindando con shiraz
biologico, confidano che il loro successo possa galvanizzare il movimento
di base anti-OGM dal Vermont alle Hawaii. Per ora sono già annunciate
analoghe proposte di referendum locale in altre nove contee della
California, tra cui Napa, Marin, Humboldt, e Sonoma (alcuni tra i più
importanti centri vitivinicoli Usa).
Anuradha Mittal
di Food First (un istituto per la politica alimentare e lo
sviluppo) ha dichiarato: "La vittoria di Mendocino sarà celebrata in tutto
il mondo dalla gente che rifiuta le piante biotech: quel che è cattivo per
Mendocino è cattivo anche per il resto del mondo. Siamo fieri di aver
sostenuto questa battaglia etica della comunità. Le grandi società sono
abili nel comprare consensi a Washington, ma non possono ingannare il
pubblico americano. La misura approvata a Mendocino è il primo passo nel
percorso per portare gli Usa tra le nazioni in via di sviluppo e
industrializzate che hanno adottato normative complete sugli OGM".
Fonte:
GreenPlanet.net - natural network
La Rete del Biologico su Internet |