Asti. Dopo un iter durato oltre quattro anni il Comune ha conquistato la sua «doc». A marzo il vino comunemente chiamato Bonarda ha ottenuto il riconoscimento di denominazione d´origine controllata come «Cisterna d´Asti doc».
«Un riconoscimento giusto - ha commentato Giacomino Vaudano, dell´ associazione «Vignaioli cisternesi» - l´iter per l´approvazione è stato lungo, ma ora anche noi possiamo vantare la nostra doc». L´ultima audizione si era tenuta nell´autunno del 2001. All´incontro accanto ai sindaci dei 13 comuni interessati alla produzione di Cisterna d´Asti era intervenuto anche Vallarino Gancia. «Questo vino - ribadisce Vincenzo Gerbi, docente all´università di Agraria dell´università di Torino, e sindaco di Cantarana, che ha seguito fin dall´inizio le vicende del vino prodotto con uva croatina - ha dimostrato di avere la stoffa e le capacità di invecchiamento grazie anche all´alta concentrazione di polifenoli, molecole con proprietà farmacologiche antiossidanti e antitumorali». Buona è anche la quantità prodotta dai vigneti di Cisterna. Sono circa 120 gli ettari coltivati a croatina, con una produzione che sfiora gli 8 mila quintali di uva. Dalle aziende di Cisterna con la prossima vendemmia dovrebbero essere imbottigliate 100 mila etichette con la nuova doc. «Le potenzialità del nostro territorio - aggiunge Alessio Povero, presidente dell´associazione «Vignaioli cisternesi» - può far pensare ad un aumento della produzione, con risvolti positivi per l´intera economia della zona». Negli ultimi mesi il prezzo di questo vino è salito raggiungendo una media di 6-7 mila lire alla bottiglia, ora siamo tra i 4 e i 5 euro.