23.07.2002 | Cultura e Tradizioni

Uno spumante per il gelato

Cosa bere sul gelato? A domanda complessa risposta semplicissima, almeno restando entro i confini siciliani: l'unico vino isolano che casca a pennello sulle creme ghiacciate è lo spumante Petali di Fazio (quello amabile, il brut è da evitare pressoché del tutto).

È un vino prezioso e di rara fattura, molto vicino se non superiore ai migliori moscati astigiani, e piemontesi in genere, che però non hanno la sua incredibile e gioiosa solarità. Bisogna infatti spingersi in Piemonte, in Veneto o in Friuli per trovare spumanti dolci del suo spessore. Per un degustatore raffinato come Luca Maroni, il teorizzatore del "vinofrutto" e padrone di casa al Vinitaly, si tratta del migliore spumante dolce italiano. Chi predilige invece il vino fermo, può sempre rivolgersi alla vasta gamma di moscati, semplici o passiti, dei quali la Sicilia abbonda. L'accoppiamento vino dolce su dessert è un po' forzato, ma spesso più amato di quanto non si creda. Non c'è che l'imbarazzo della scelta: dal Ben Ryé di Donnafugata, conveniente oltre che meraviglioso al palato, al Nun di Miceli, dal Ky sempre di Fazio al Mare d'ambra di Rallo. La scuola gastronomica italiana vuole che vini rotondi come questi siano sposati a gusti in contrasto, anche forte. Cosa stimolante, che nelle sere estive può tradursi in piacevole aperitivo. Per esempio sposando moscati e passiti a grosse scaglie di pecorino di fossa, di parmigiano stravecchio, di grana o, per chi lo regge, di Bagoss bresciano. Oppure a crostini spalmati di Gorgonzola o di Roquefort francese. All'inverso, vale la pena di provare un Prosecco asciutto e frizzante su bocconcini di buoni e antichi formaggi siciliani, come il Maiorchino e il Piangentinu. A patto di trovarli, sono rari come perle.

FONTE: La Repubblica - Palermo

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