15.04.2014 | Vino e dintorni Inserisci una news

Santa Sofia festeggia i primi 50 anni del Gioè Amarone della Valpolicella doc Classico

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Per festeggiare i primi 50 anni del pregiato Gioè Amarone della Valpolicella doc Classico a Vinitaly 2014 una verticale di cinque annate (2007, 2000, 1998, 1995 e 1977) presentata da Giancarlo e Luciano Begnoni. In abbinamento alle 5 annate di Gioè alcune preparazioni dello chef pluristellato Giancarlo Perbellini

Sono passati 50 anni da quando Giancarlo Begnoni decise di dedicare ai millesimi migliori un Amarone in cui l'eleganza dei profumi e la morbidezza del gusto si abbinassero alla stoffa abitualmente poderosa di questo rosso tra i più celebrati d'Italia.

Mezzo secolo che la famiglia Begnoni ha festeggiato con una verticale che si è svolta in occasione di Vinitaly 2014. Una degustazione in cui Giancarlo e Luciano Begnoni hanno raccontato la storia di questo vino, che rappresenta la pietra miliare dell'Azienda Santa Sofia, e i giornalisti hanno commentato i diversi millesimi in una sorta di happening, una formula sottolineata dal nome dell'evento «HappeninGioè».

 

«Abbiamo scelto questa modalità – racconta Luciano Begnoni – considerando la professionalità della platea. Un parterre di giornalisti le cui considerazioni hanno descritto e raccontato coralmente l'evoluzione del nostro Gioè nell'arco dei 30 anni che intercorrono tra l'annata 2007, l'ultima uscita, e la più "storica" 1977 proposta in degustazione».

La scelta delle annate per la degustazione è caduta su quelle di cui c'è ancora una piccola disponibilità, essendo il Gioè prodotto in un numero di pezzi limitato. All'attenzione della nutrita platea di giornalisti esperti ha aperto la degustazione il Gioé 1977, seguito dal 1995, 1998, 2000 e 2007, millesimo dei 50 anni uscito nei primi mesi del 2014.

 

1964, la prima annata del Gioè

«Il Gioè – ha raccontato Giancarlo Begnoni – rappresenta l'impegno di tutta la mia vita, quello di produrre vini di qualità che sappiano dare piacere a chi li beve».

Era il 1964 quando, giovane enologo, Giancarlo trovò in cantina la «botte favolosa» – per dirla con le sue parole – che ha dato inizio alla storia del Gioè, ma anche al suo percorso «adulto» di enologo e imprenditore.

«Il vino di quella botte – ha ricordato Giancarlo Begnoni – era talmente speciale che non poteva non essere valorizzato con un nome e un'etichetta speciali!».

Per capire la portata dell'intuizione bisogna andare indietro con la memoria. Erano gli anni in cui si cominciava a discutere delle denominazioni di origine controllata (per l'Amarone della Valpolicella sarebbe arrivata nel 1968), tempi in cui non c'erano regole produttive e l'Amarone non era il vino di successo che è oggi.

«La produzione era dominata da bottiglioni e damigiane, una situazione che mi stava stretta – ha raccontato Giancarlo - Ambivo a produrre vini di qualità e capivo la necessità di ammodernare le strutture di cantina e imbottigliamento, perché anche da lì passa la strada per la qualità».

 

Una strada in salita, insomma, che Giancarlo ha affrontato con intuizioni e scelte che oggi, dopo 50 anni di storia del vino, possono sembrare ovvie, ma che allora erano davvero lungimiranti. Come la scelta appropriata dell'etichetta e la vendita in cassetta di legno della bottiglia incartata singolarmente. Elementi in grado di comunicare fin dal primo approccio l'elevatissimo profilo qualitativo di questo Amarone. Allora sono state poste le fondamenta che hanno permesso al Gioè di festeggiare oggi i suoi primi 50 anni.

 

50 anni nel segno della continuità stilistica

Dalla verticale è emersa la continuità stilistica del Gioè che viene prodotto dalle migliori uve dei vigneti collinari gestiti dall'azienda nelle zone più vocate della Valpolicella Classica soltanto nelle annate più felici. Una continuità in cui forte è il segno di Giancarlo Begnoni.

«Se le uve sono fondamentali – ha sottolineato Giancarlo – cruciali sono anche la vinificazione, la maturazione in legno e l'affinamento in bottiglia per determinare il risultato, in particolare per quanto riguarda il bouquet. Solo quando sono profondamente convinto di trovarmi di fronte a un Amarone di eccezione nasce il Gioè. Negli anni ho modificato l'uso dei legni. All'inizio utilizzavo soltanto botti in rovere di Slavonia per tutti i 5 anni di maturazione, poi ho introdotto i legni piccoli, tarando via via la lunghezza della permanenza del vino in questi contenitori in base all'annata».

Quindi la maturazione in botti di rovere di Slavonia è passata dai 5 anni a 36 mesi seguita da un anno in botticelle da 225 litri di rovere francese. Successivamente, a partire dai millesimi degli anni 2000, il Gioè matura per 24 mesi in botti di rovere e per 18 in barrique.

L'uvaggio che dà vita a questo Amarone della Valpolicella doc Classico, invece, è rimasto costante nei decenni con la Corvina intorno al 70% – a volte, come nel 2007, con aggiunta di una piccola percentuale di Corvinone –, la Rondinella presente per il 25% e la Molinara per il 5%.

 

Dal 2007 al 1977, appunti dalla verticale

Molte sono state le descrizioni e le note di degustazione emerse nel corso della verticale: difficile sintetizzarle in poche righe.

Il neonato 2007, di colore granato brillante, al naso intenso con una grande ciliegia, sentori di noce moscata e note balsamiche; dal frutto maturo e polposo in bocca con tannino ancora astringente e finale persistente, già godibile deve aspettare ancora per dare il meglio di sé.

Il 2000, di colore granato intenso e brillante, al naso vinoso e speziato, in bocca lungo e ancora astringente, promette grande longevità.

Nella pienezza della sua espressione il 1998 ha riscosso grande apprezzamento. Color granato profondo, con naso intenso di ciliegia, speziato e balsamico, in bocca avvolgente, ricco e corposo, armonico e notevolmente lungo.

Il 1995, di colore granato di media intensità, con naso intenso di ciliegia e caffè, elegante in bocca ha stupito per la sua acidità ancora evidente e il finale molto lungo.

L'annata 1977 ha sorpreso e conquistato i giornalisti più delle altre. Colore granato ancora brillante con riflessi aranciati, naso di straordinaria eleganza, con note di frutta e spezie, di grande rotondità in bocca con acidità ancora presente e un finale lunghissimo. Eccezionale. Non ci resta che attendere la prossima ... ottima annata che riposa nelle cantine storiche sotto la villa palladiana Santa Sofia: la 2011.

 

Gioè Santa Sofia e Giancarlo Perbellini, abbinamento d'eccezione

A concludere la verticale per i 50 anni, l'abbinamento del Gioé a tre preparazioni di Giancarlo Perbellini, pensate espressamente per questa occasione dallo chef pluristellato.

«E' un po' di tempo che non ho a che fare con l'Amarone – ha scherzato Perbellini, intervenuto alla degustazione, alludendo alla sua frequente lontananza da Verona per l'apertura della Locanda Perbellini a Hong Kong. - Per il Gioè, Amarone della Valpolicella di straordinaria eleganza, ho immaginato tre piatti in un crescendo di intensità per l'abbinamento a tutti i millesimi proposti in degustazione».

 

La tartare di vitello all'olio crudo con pistacchi di Bronte e fragoline di bosco all'aceto balsamico tradizionale di Modena ha ben incontrato i Gioè degli anni 2000 per la pastosità del pistacchio e il richiamo al frutto rosso.

La spuma leggera di ceci con mozzarella burrata, olio crudo e pepe nero affumicato ha esaltato la speziatura presente in tutte le annate in degustazione.

Il cubo rosa di manzo con salsa al brasato e purè di patate ha esaltato maggiormente le annate 1995 e 1998 e sublimato la 1977.

 

Gioè 2007, l'annata del cinquantenario con un'etichetta speciale

Mezzo secolo per il Gioè Amarone della Valpolicella doc Classico Santa Sofia e un'etichetta speciale per celebrarlo, volutamente differente da quelle delle 16 annate precedenti, densa di elementi simbolici.

«Osservando l'etichetta in controluce si possono leggere tutte le sedici annate in cui il Gioè è stato prodotto, prima di quest'ultima, la 2007. – spiega Luciano Begnoni, che si occupa del marketing e delle vendite – La disposizione delle date richiama le colonne della villa palladiana sede della nostra azienda, mentre il logo del cinquantenario rimanda a un particolare del fregio della copertina dei Quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio, ripreso nelle etichette dei nostri vini più pregiati».

 

Il 2007, messo in commercio nei primi mesi del 2014, a circa 7 anni dalla vendemmia trascorsi nelle cantine di villa Santa Sofia, è la diciassettesima annata per il Gioè.

«Il 2007 è stata quella che si può definire un'ottima annata – ha sottolineato Giancarlo Begnoni – ma con un andamento meteorologico particolare. All'inverno mite e scarsamente piovoso ha fatto seguito una primavera con temperature al di sopra della media e un'estate afosa. Le piogge di agosto hanno risolto le difficoltà delle viti e le successive condizioni di bel tempo hanno permesso una maturazione perfetta e una vendemmia ottima anche se penalizzata nella quantità».

 

(Fonte Ufficio stampa Azienda Santa Sofia)

 

Luciano Pavesio

Silvana Albanese


Tag: Vinitaly, valpolicella, amarone, Perbellini, Santa Sofia, Giè


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