Cantine D'Offizi

Erano gli anni ottanta. Quelli della Milano da bere. Quelli nei quali l'Italia scopriva il piacere del buon vivere e del lusso. Quelli in cui molti consumatori cominciavano a prendere confidenza con il vino di qualità, quello imbottigliato, quello pubblicizzato dalle riviste, quello servito nei ristoranti più "IN".
Un inversione di tendenza nelle abitudini e nello stile di vita di molti. E nel settore vinicolo le tante aziende che fino allora distribuivano dell'ottimo vino senza etichetta, senza nome, senza bottiglia, senza confezione e senza pubblicità si trovarono di fronte ad un bivio: o cominciare a produrre ed imbottigliare una propria etichetta o ridimensionare il proprio giro d'affari o addirittura chiudere. Ma come solo i grandi sanno fare in questi momenti in una bella azienda alle porte della capitale un uomo forte e deciso con l'appoggio della propria famiglia decise non solo di continuare con la propria attività e di tenere duro ma di non tener conto assolutamente di quella che per lui era si un'evoluzione del proprio mercato di riferimento ma era anche un qualcosa che prima o poi avrebbe determinato il successo di chi avesse avuto il coraggio e la forza di proseguire con la propria attività.
Il suo lavoro lo conosceva molto bene, erede di una famiglia che lo faceva da più di cento anni, ed aveva fatto in tempo a trasmetterne i segreti e le chiavi del successo ai suoi due figli Antonio e Stefano che con la preziosa collaborazione della sorella Moira oggi guidano una bellissima realtà imprenditoriale alle porte di Roma, la D'Offizi vini. Siamo andati a trovarli nella moderna sede nell'area dei Castelli Romani (Roma) e con loro abbiamo parlato, degustato un po'. di vino. Ovvero del loro lavoro di ogni giorno.