Conserve Marrazzo Carmine

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Foto profilo Nel 1934 in una Italia rurale e fascista si istituisce il sabato come giornata di addestramento politico e militare, vengono costruite strade che congiungono la campagna ai centri abitati, l’elettricità trasforma il lavoro nelle fabbriche e illumina le strade, il pane costa 1.76 lire al kilo in città, il primo campionato del mondo di calcio viene disputato in Europa e vinto dall’Italia e… nasce la lunga storia d’amore di Carmine Marrazzo.
Egli nasce in una corte rurale del sud Italia da un colono mezzadro, Pasquale Marrazzo. È il sesto di otto figli viventi. Come tutti quelli della sua terra e del suo tempo, non si risparmia ai fabbisogni della famiglia e sin da bambino ha il proprio compito da svolgere quotidiano, prima di poter correre nei campi a giocare con i fratelli.
I “Marrazzo” avevano terre in fitto da coltivare e animali da accudire; ai quei tempi erano fortunati, non pativano la fame, ma le braccia non erano mai tante quante le bocche da sfamare; non c’era età in cui non si dovesse lavorare.
Ogni raccolto era una festa; sotto al portone di “casa Marrazzo” si preparavano dei grossi cesti con dentro gli ortaggi o la frutta e c’era un andirivieni di commercianti che si recavano a comprarne per i “mercati”.
Carmine era affascinato da quei signori e dai loro racconti di lunghi viaggi, magari erano pochi chilometri, per vendere quei pomodori o quelle arance.

Iniziò cosi ad avere un sogno, il suo sogno.
Non voleva fare il pilota o l’atleta, non sognava di essere ricco o ben vestito, Lui voleva trovare il modo di poter far durare quella festa di “casa Marrazzo” per sempre.
Appena giovinetto e con il consenso del padre, iniziò a portare Lui ai mercati i frutti dei loro raccolti ma neppure quello era il suo destino.
Era la fine degli anni cinquanta e l’Agro Nocerino Sarnese inizia a delinearsi come “la culla” dell’industria alimentare, “la terra dell’oro rosso”.
Carmine decide di dedicare parte della sua attività al conferimento di pomodoro alle industrie conserviere ed inizia a conoscere le fasi della trasformazione e conservazione dei prodotti della terra.
Il suo sogno prende una forma più decisa.
Nel 1976 ci sarà la prima produzione di pesche allo sciroppo e pomodoro San Marzano di Marrazzo. Egli sfrutta la sua doppia veste e riesce ad inscatolare i prodotti da lui stesso coltivati, il risultato è strepitoso.
Le produzioni Marrazzo vengono conosciute e apprezzate dal mercato Americano, che è allora il più esigente di alta qualità.
In Italia accade che il boom economico degli anni ottanta fa crescere il reddito delle famiglie, generalizza lo stile di vita cittadino, e permette alla donna di lavorare fuori casa, nasce cosi la delocalizzazione e la globalizzazione dei consumi.
Si abbandonano le tradizioni locali e la donna si sveste dal suo ruolo di “angelo del focolare”.
Tutti questi elementi sociali che incrementano i prodotti conservati di servizio, danno vita a conservati di massa che scaturiscono da realtà industriali potenziate tecnologicamente.
La realtà politica Italiana contribuisce alla meccanizzazione delle industrie concedendo forti contributi e permettendo alle industrie di aumentare notevolmente le produzioni.
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