“Nel 1998, quando ero Sindaco di Cicerale, decisi di creare un
evento che non fosse la solita sagra, ma una fiera di prodotti
biologici – ricorda Corrente – Pensai allora a un prodotto tipico
che riguardasse direttamente il nostro Comune”.
La produzione di questa leguminosa, che era scomparsa, è stata
ripresa passando da zero a 300 quintali. Oggi il Comune ha
intrapreso una collaborazione con l’Istituito Sperimentale di
Agraria di Battipaglia che aiuterà ad individuare la cultivar
propria di Cicerale. “Dobbiamo proteggere la nostra produzione dalle
già frequenti imitazioni – continua Corrente – Inoltre ci chiamano
da altre regioni o addirittura dalla Svizzera per sapere a quali
aziende possono chiedere i nostri ceci”.
Il cece sta dando un’ottima visibilità a Cicerale.
Il cece ma anche gli altri prodotti pubblicizzati durante la Fiera
nazionale Cilento Delizie, che quest’anno si terrà a Cicerale dal 10
al 12 agosto. Non abbiamo fatto altro che riscoprire la tradizione
del nostro territorio, riproponendola in chiave moderna, attraverso
le tipicità e le biodiversità di un comune che fa parte di un’area
protetta come il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. La
carta vincente è stata inserire Cicerale in un discorso di
circuitazione enogastromimica.
Quella del cece quindi è una riscoperta che riguarda anche il
settore economico.
L’agricoltura basata sulla tipicità è collegata a un discorso di
natura economica dal momento che oggi mezzo chilo di ceci viene
venduto a 6 euro. Una produzione di ceci, però, non può sfondare nei
mercati perché mancano i quantitativi di natura industriale. Come
avviene per altri prodotti di eccellenza della tavola italiana, la
nostra è un’economia di nicchia che si basa sulla produzione tipica
che rilancia il territorio e sul guadagno che premia anche i
sacrifici degli agricoltori locali.
Quali sono le caratteristiche del cece di Cicerale?
Ha un colore “paglino”, una forma sferica molto particolare ed è più
piccolo rispetto agli altri ceci sebbene assuma una dimensione più
grande quando viene spugnato per riassorbire il quantitativo d’acqua
prima di essere cucinato. Si contraddistingue anche per la cremosità
e per l’assenza della pellicina che solitamente ricopre questi
legumi.
Come deve essere cucinato?
Può essere gustato insieme a uno spezzatino di cinghiale oppure
utilizzato per fare farine per pizze o dolci. Ma il nostro piatto
tipico è la làgana, ovvero una pasta fatta in casa molto larga e
doppia condita con olio, peperoncino e i nostri ceci di Cicerale.
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Mario Vella
FONTE:
Campaniasuweb.it |