05.09.2006 | Prodotti Tipici

Il cece di Cicerale ad un passo dall’Igp

Terra quae cicera alit, terra vocata nella produzione dei ceci. E’ la frase che compare, accanto a una piantina di ceci, sullo stemma del comune di Cicerale e da cui deriva il nome del paese. Nel centro cilentano da qualche settimana si è costituito il comitato promotore per l’Indicazione Geografica Protetta del saporito legume. L’iter è stato seguito e curato dall’attuale vicesindaco Domenico Corrente, che nove anni fa si fece promotore della Fiera Nazionale del Biologico per la riscoperta dei prodotti migliori finalizzati a un turismo enogastronomico.

“Nel 1998, quando ero Sindaco di Cicerale, decisi di creare un evento che non fosse la solita sagra, ma una fiera di prodotti biologici – ricorda Corrente – Pensai allora a un prodotto tipico che riguardasse direttamente il nostro Comune”.

La produzione di questa leguminosa, che era scomparsa, è stata ripresa passando da zero a 300 quintali. Oggi il Comune ha intrapreso una collaborazione con l’Istituito Sperimentale di Agraria di Battipaglia che aiuterà ad individuare la cultivar propria di Cicerale. “Dobbiamo proteggere la nostra produzione dalle già frequenti imitazioni – continua Corrente – Inoltre ci chiamano da altre regioni o addirittura dalla Svizzera per sapere a quali aziende possono chiedere i nostri ceci”.

Il cece sta dando un’ottima visibilità a Cicerale.

Il cece ma anche gli altri prodotti pubblicizzati durante la Fiera nazionale Cilento Delizie, che quest’anno si terrà a Cicerale dal 10 al 12 agosto. Non abbiamo fatto altro che riscoprire la tradizione del nostro territorio, riproponendola in chiave moderna, attraverso le tipicità e le biodiversità di un comune che fa parte di un’area protetta come il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. La carta vincente è stata inserire Cicerale in un discorso di circuitazione enogastromimica.

Quella del cece quindi è una riscoperta che riguarda anche il settore economico.

L’agricoltura basata sulla tipicità è collegata a un discorso di natura economica dal momento che oggi mezzo chilo di ceci viene venduto a 6 euro. Una produzione di ceci, però, non può sfondare nei mercati perché mancano i quantitativi di natura industriale. Come avviene per altri prodotti di eccellenza della tavola italiana, la nostra è un’economia di nicchia che si basa sulla produzione tipica che rilancia il territorio e sul guadagno che premia anche i sacrifici degli agricoltori locali.

Quali sono le caratteristiche del cece di Cicerale?

Ha un colore “paglino”, una forma sferica molto particolare ed è più piccolo rispetto agli altri ceci sebbene assuma una dimensione più grande quando viene spugnato per riassorbire il quantitativo d’acqua prima di essere cucinato. Si contraddistingue anche per la cremosità e per l’assenza della pellicina che solitamente ricopre questi legumi.

Come deve essere cucinato?

Può essere gustato insieme a uno spezzatino di cinghiale oppure utilizzato per fare farine per pizze o dolci. Ma il nostro piatto tipico è la làgana, ovvero una pasta fatta in casa molto larga e doppia condita con olio, peperoncino e i nostri ceci di Cicerale.


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Mario Vella
FONTE: Campaniasuweb.it

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