Il patrimonio enogastronomico della Val Polcevera, enclave rurale del primo entroterra di Genova, è il protagonista del primo “VINERDI’ promosso dalla pasticceria Robbiano e da Ligucibario. Parte infatti il 18 giugno prossimo il ciclo “I vinerdì”, 8 incontri dedicati alle DOC liguri, con degustazione guidata delle migliori etichette e abbinamento di sfiziosità salate e dolci.
Ligucibario, Luisa Puppo
Il patrimonio enogastronomico della Val Polcevera, enclave rurale del primo entroterra di Genova, è il protagonista del primo “VINERDI’ promosso dalla pasticceria Robbiano e da Ligucibario. Parte infatti il 18 giugno prossimo il ciclo “I vinerdì”, 8 incontri dedicati alle DOC liguri, con degustazione guidata delle migliori etichette e abbinamento di sfiziosità salate e dolci.
L’antica fama dei vini della Val Polcevera è autorevolmente testimoniata dalla Tavola Bronzea (117 a. C.), remota sentenza del Senato romano che cita i vini dell’area come scambio di valore nelle imposte. Inconfondibili al naso e al palato, i vini del territorio hanno vissuto negli ultimi due decenni una vera e propria “rinascita”, frutto del lavoro di vignerons attenti e appassionati.
Nel 1999 questo impegno è stato premiato dalla costituzione della DOC Val Polcevera, la cui zona di produzione comprende i Comuni di Ceranesi, Campomorone, Mignanego, Sant'Olcese, Serra Riccò, Mele e Genova, con alcune aree circoscritte delle delegazioni di Bolzaneto, Cornigliano, Pontedecimo, Prà e Rivarolo. L’antica “Val Purcifera” (il nome derivava dall’abbondanza di suini – e di salumi) offre bianchi (anche nelle tipologie spumante, frizzante e passito), rossi (nelle tipologie novello e frizzante) e rosati (anche nella tipologia frizzante). Tra i vitigni, menzione speciale per la Bianchetta Genovese (il vitigno più diffuso in Liguria) e il Vermentino, che vengono vinificati anche in purezza. Per quanto riguarda i rossi, vitigni quali Dolcetto, Sangiovese, Ciliegiolo e Barbera, che danno vita a vini dal carattere… “piemontese – toscano”.
Territorio chiama territorio negli abbinamenti gastronomici. I bianchi – specie la Bianchetta con le sue note piacevoli di mela renetta e agrumi – e i rosati si sposano ottimamente a farinata, verdure ripiene, polpettone di fagiolini, torte di verdure, pesce e minestrone alla genovese, magari profumato fuori dal fuoco da un cucchiaio di pesto. Citazione speciale per la sottozona Coronata, che restituisce la memoria dei bianchi d’antan, gradevolmente sapidi e zolfini. I rossi sono asciutti e freschi, con blanda tannicità e sentori lievemente vinosi dove spiccano le bacche rosse. Accompagnano piacevolmente polente, primi di pasta ai sughi di carne rossi, pollame, umidi di carne e salumi. A tale riguardo, la Val Polcevera vanta la gloria internazionale del salame di Sant’Olcese (l’abbondanza di suini incontrava virtuosamente la prossimità ai tracciati delle antiche vie del sale), delizia a grana grossa (con sale, pepe nero, aglio e aromi) composto in proporzioni quasi uguali di carne suina e bovina (provenienti peraltro in prevalenza da Piemonte ed Emilia), insaccato in budelli naturali ed essiccato al calore del fuoco a legna, procedimento che conferisce al salame un delicato aroma di affumicato. La “star” locale (ma da provare anche salsicce, coppe, bresaole e mostardella, variante “povera” che si consuma fresca, appena scottata in padella) è la protagonista del trittico primaverile “fave, pecorino sardo fresco e salame” (rigorosamente tagliato a fette spesse), un must delle scampagnate pasquali dei genovesi (da gustare con un bicchiere di Rosso DOC).
Assai versatili negli abbinamenti i corzetti della Val Polcevera, antichissima pasta di grano tenero all’uovo dalla curiosa forma elicoidale “a otto” da mangiare rigorosamente col cucchiaio. Splendidi con la salsa di pinoli (la più “giovane” tra le salse da mortaio) e abbinati ai bianchi della DOC, nel cenone di capodanno i corzetti incontrano da tradizione il sugo di maiale – e il Valpolcevera rosso.
I passiti (sempre da uve a bacca bianca) sono piccoli grandi capolavori anche nel rapporto qualità/prezzo. Il naso è ampio e intenso (frutta esotica matura, miele…), il sapore dolce, caldo e persistente: perfetto l’abbinamento con i formaggi “importanti” (soprattutto i bleu) e la pasticceria non lievitata (Campomorone suggerisce gustosi biscotti a base di farina di castagne).
Per ulteriori approfondimenti e notizie sul patrimonio etnogastronomico della Liguria, visita la sezione “alfabeto del gusto” su www.ligucibario.com: più di 1.100 voci da acciuga a zimino.
L’iniziativa de “I VINERDI’” rappresenta un momento di convivialità e di piacere sensoriale, all’insegna di un maggior approfondimento di ciò che beviamo e mangiamo.
Tutti gli incontri prevedono la degustazione di 3 o più vini, coerentemente avvicinati a tipicità dell’antica cucina ligure.
Si svolgono alle ore 18.30 presso l’antica pasticceria Robbiano, via Don Orione 21 n. (Genova).
L’appuntamento di venerdì 18 giugno, dedicato alla DOC Val Polcevera, è proposto a 18 euro.
Info e prenotazioni in negozio, allo 010 504122, e su www.ligucibario.com
venerdì 18 giugno
la DOC Val Polcevera
venerdì 2 luglio
la DOC Golfo del Tigullio
venerdì 30 luglio
la DOC Cinque Terre
venerdì 17 settembre
la DOC Riviera ligure di ponente
venerdì 1 ottobre
la DOC Colline di Levanto
venerdì 15 ottobre
la DOC Ormeasco di Pornassio
venerdì 29 ottobre
la DOC Colli di Luni
venerdì 12 novembre
la DOC Rossese di Dolceacqua
Tag: Degustazioni, vino, doc, pecorino, vermentino, Liguria, ligucibario, Robbiano, Val Polcevera, salame, corzetti, bianchetta