il patrimonio enologico di vitigni autoctoni, con l'arrivo della nuova OCM rischia di scomparire?
Domani sera finalmente la vendemmia 2009 finirà e l’ultimo grappolo di Cabernet verra’ diraspato. In cantina sono iniziati i lavori di rifinitura: svinature, travasi, colmature, chiarifiche, aggiunte di solforosa, degustazioni dei vini in vasca per verificare lo stato evolutivo.
La notte trascorsa è stata la prima dopo due mesi dove sono riuscita a dormire per ben sette ore di fila contemporaneamente e decisamente oggi sono riuscita ad affrontare il lavoro di cantina con più lucidità.
Oggi mentre colmavo le barrique dell’Albana passita 2009 pensavo al destino dei vitigni autoctoni con la nuova OCM
Il progetto qualità di Cantine Intesa per il quale lavoro si pone come obiettivo la valorizzazione delle produzioni degli agricoltori del territorio ed in particolar modo dei vitigni autoctoni: Albana, Longanesi, Famoso, Malbo gentile .
L’aver dormito, la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro in cantina , il buon odore di liquerizia che manda la Longanesi in rimontaggio mi ha suscitato la solita serie di domande .
Pensavo alla vera definizione di autoctono: da quanto tempo deve essere presente in un territorio prima di definirsi tale?
Con l’introduzione dei vini varietali, non rischiamo di perdere questo patrimonio ?.
Come reagirà il consumatore quando si troverà in etichetta IGP e DOP?
Poi sono andata a farmi un giro in frantoio anche perché lunedì inizia la campagna olivicola ,se qualcuno non mi aiuta con queste domande rischio di non dormire di nuovo…
Ciao a tutti .
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