07.07.2009 | Cultura e Tradizioni Inserisci una news

Lo Schioppettino : virtu' sconosciuta di un unicum armoniosamente esplosivo !

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Era il lontano autunno del 1970 quando il Grande Mario Soldati, durante il secondo dei suoi viaggi enologici in cui percorreva l’ Italia in lungo ed in largo per “ scoprire “ nuovi” vini/vitigni, cosi’ ne scriveva :

“Esiste un vino chiamato Schioppettino. Lo avevo assaggiato, al solito, in corso Magenta, dal Provera, . Il Provera me ne dava ogni tanto una bottiglia e mi diceva:

Quando l’ha stappata e ne ha bevuto un po’, la lasci li’ per un giorno, o magari dalla mattina alla sera. Lo assaggi allora, e sentirà : uno zucchero, uno zucchero.

Lo Schioppettino è un vino rarissimo. Lo si pigia, con uve del suo vitigno, soltanto ad Albana ( frazione )  di Prepotto, ancora in provincia di Udine, proprio al confine con la provincia di Gorizia, sulle rive dello Judrio : al di là, comincia il Collio. Le vigne raggiungono e circondano, presso il vecchio ponte sullo Judrio, quella casetta di tipo tirolese, dove fu l’antica dogana del Regno, dal 1866 fino al 1915.

Arriviamo ad Albana di Prepotto, la mattina presto. Quattro vie deserte e quattro case sotto un gran sole, nel silenzio dei colli intorno. Cerchiamo del signor Giuseppe Toti ( lo stesso di cui ne ho scritto al link:

https://www.vinit.net/vini/Le_Mie_Degustazioni/Picolit_1985_Toti_Vignaiuoli_417.html

cui ci ha indirizzato il Provera. E’ uno dei tre o quattro produttori di Schioppettino, in tutto il Mondo. Chiediamo a una bottega di alimentari, che fa da bar e da tabaccheria. Credo che sia la sola bottega del villaggio. Ci indicano la casa del signor Toti : è in fondo, laggiu’, oltre quei prati, attigua a una piccola villa ed ad una piccola chiesa. Andiamo. E, in pochi passi, siamo fuori, siamo lontani dal mondo: in un luogo delizioso e romito, prati verdissimi circondati da boschetti di pini alpestri, e, di là dai pini, vigneti distesi nella breve pianura. ( Per nostra fortuna il paesaggio dopo 40 anni è rimasto quasi uguale ndr ). La villa sembra abbandonata, sul genere di quella Florio a Buttrio, ma piu’ minuta, piu’ modesta e soprattutto piu’ malandata. Attigui sono i fienili; due casette coloniche, che forse fanno anche da cantine; e la chiesetta che è dedicata ( lo vedo da un’ iscrizione ) a Santa Giustina. Di fianco, un campaniletto. E, lungo un terrazzino che sormonta la gronda, alcune vecchie statue barocche, di Sante o di Angioli, mutilate, corrose, qua e là chiazzate di muschio : sembrano tendere le mani in preghiera verso le vigne, come per implorare sempre buone vendemmie.

>> Toti xè andà a Cividale, << dice la moglie che troviamo occupatissima in faccende e con una bimba piccola da governare ( era un bimbo ndr ), >>mi del vin no so gnente<<. Chiediamo il permesso di fotografare le statue. E, mentre mio figlio e Boccoli si arrampicano sul tetto della chiesa e vi issano macchine e flash, comincio a gironzolare in quella beatitudine, vado fino alo Judrio, mi inebrio di solitudine.

Quando torno indietro, vedo un signore anziano che mi viene incontro. E’ felice che ci siamo accorti della bellezza delle statue e che le  fotografiamo. E’ il geometra Odo Rieppi, nativo del luogo, classe 1901, profugo a Fiesole nel 1917…Anche lui fa il vino li’, lui come Toti. Lo Schioppettino ? Si, ne ha qualche bottiglia. Da vendere no, sono troppo poche. Ma da gustare si’, che diamine. Andiamo in cantina, comincia a stappare.

E’ una bottiglia di anni. Profumatissimo. Rosso con riflessi mattone. Di corpo e armonico. Amaro giusto. Ma niente gusto erbaceo, niente quel gusto del cabernet, cui un poco assomiglia.. E niente feccioso. Direi, infine, che mi pare, come già avevo indovinato a Milano, un grande vino, da avvicinare quasi i grandi piemontesi, ma con una grazia tutta sua particolare.

Schioppettino, dico a Rieppi, non l’ho trovato, questo nome, nemmeno tra le migliaia di nomi e sinonimi del catalogo del Cosmo. Perché mai Schioppettino ?

<< E’ un vino originali di qui, e lo si trova soltanto qui<< risponde il gentilissimo Rieppi.

<< Il nome viene dal patois sloveno: Pòcanza. Perché gli acini hanno la buccia duretta, e, a schiacciarne uno tra l’indice ed il pollice, fa poc, scoppia, con un piccolo scoppio. Ma ce n’è cosi poco, cosi’ poco. Se ne fa sempre meno, tutti gli anni.Questi vigneti che vede qui intorno, sono quasi tutti a cabernet. Sa quanto Schioppettino si fa, l’anno, a Prepotto ? Non piu’ di venti ettolitri.>> Ogni cosa, intorno, nella solitudine, nel silenzio, e nella grazia suprema come di una vita che c’era e che sta per abbandonare questo angolo di terra, si accorda magicamente al profumo, al gusto, alla rarità dello Schioppettino. Né la sua minima produzione né il suo infinitesimale consumo potranno mai persuadermi ad apprezzarlo meno.

Il Picolit, si’, è << un nobile decaduto >> , ma se ne favoleggia, se ne parla anche troppo perché la sua nobiltà, prendendo cotesto lustro pubblicitario, non involgarisca. Lo Schioppettino, invece, è un solitario senza macchia : campione pressoché unico, tra i vini,  di quella << virtu’ sconosciuta >>, che l’ Alfieri, tra le umane grandezze, giudicava forse la piu’ grande.

MARIO SOLDATI

 

 

 

 

 

Dopo 12/13 anni da questo racconto, eravamo nel 1983, seguendo le indicazioni dell’ unica Guida/Catalogo dei Vini esistente all’epoca, stò scrivendo di Gino Veronelli, un grande volume che costava allora circa  lire 100.000 ( l’equivalente oggi di circa 500 euro ndr ), ho effettuato una delle mie prime trasferte in terra friulana, recandomi tra l’altro proprio a Prepotto e precisamente nella frazione di Albana, dove andai a fare visita all’azienda agricola Toti Vignaioli ( la stessa di cui al racconto di Mario Soldati ndr ) , mi risulta la prima in Comune di Prepotto ad imbottigliare vino, ed ho conosciuto il sig. Giuseppe Toti, che con lungimiranza contribui’, insieme a pochi altri a salvaguardare dall’estinzione perenne il vitigno “ Schioppettino “ che geneticamente parlando è una Ribolla Nera, chiamata in queste zone di confine con la Slovenia anche “ Pokalça” .

Sono ritornato molto volentieri, e non senza una buona dose di emozione, dopo tanti anni in queste stupende zone, tutte circondate da colline ricoperte di boschi e vigneti,  in ogni angolo in cui il nostro occhio possa spaziare : un vero spettacolo naturale che da solo merita il viaggio, e sono stato a salutare il “ Grande Vecchio “ di Prepotto ora 80enne, ancora ben portati, insieme al figlio Adriano che oggi conduce l’azienda insieme al fratello Roberto.

Un’occasione alla quale non potevo mancare questa del 1° Schioppettino Vip, una manifestazione organizzata dai 33 viticoltori associati del Comune di Prepotto, coadiuvati dalla brava Aurora Endricci di Vinoè, per fare conoscere alla stampa specializzata ed agli appassionati , questo vino unico che viene prodotto solamente in queste terre, per un totale oggi complessivo di circa 100.000 bottiglie all’anno.

 

 

 

Importanti cenni storici per la valorizzazione del vitigno Schioppettino di Prepotto

dott. Claudio Fabbro, enologo e storico della viticultura friulana

 

Nel 1977 il Consiglio comunale di Prepotto si riunì in seduta straordinaria, con all’ordine del giorno la difesa dello Schioppettino che stava scomparendo, deliberando all’unanimità la richiesta che fosse inserito almeno nell’elenco dei vitigni autorizzati, cosa che avvenne nel 1981. Due anni dopo, il regolamento CEE 3582/83 lo incluse fra i vitigni raccomandati per la provincia di Udine e nel 1987

si ottenne la denominazione di origine.

 

Nel territorio di Prepotto, lo Schioppettino, chiamato anche “Ribolla nera” o “Pokalça”, è un vitigno che si è conservato nei secoli, sopravvivendo alle travagliate vicende politiche ed economiche che hanno interessato questa terra di confine e di contatto fra tradizioni agricole italiche, germaniche e slave.

 

Nel 1907, il Consorzio antifilosserico friulano ne consigliava l’utilizzo per i reimpianti, confermandone così l’adattamento all’ambiente e, implicitamente, anche il pregio enologico.

Nel 1921, sulla base della mostra tenuta nel settembre 1863, l’Associazione Agraria Friulana pubblicò nel suo bollettino un elenco alfabetico delle varietà di viti coltivate in Friuli nel secolo scorso, fra cui al n° 273 citava la Ribolla nera, con un’annotazione dagli “Atti e memorie della Società Agricola di Gorizia”, 1877 vol. II, del dottor A. Levi che la dichiarava originaria di Prepotto e la definiva “uva delicata”.

 

Nel 1939, il Poggi, nel suo fondamentale lavoro dedicato alla viticoltura friulana, affermò testualmente: “... vitigno che è coltivato quasi esclusivamente nel territorio collinare e pedecollinare del comune di Prepotto e specialmente nella sua frazione di Albana. La Ribolla nera, al di fuori del suo ambiente optimum, anche alla distanza di pochi chilometri, dà un vino che non possiede più quelle caratteristiche peculiari che lo rendono pregiato in quel di Prepotto col nome locale di Schioppettino ...”

D’altra parte, Olinto Marinelli, nella sua “Guida delle Prealpi Giulie” del 1912, riferendosi al distretto di Cividale, scrisse: “... fra i maggiormente coltivati sono la Ribolla, il Refosco, il Refoscone, il Verduzzo, la Pokalça ... da un documento del 1282 (F. Musoni, G. Sirch, per nozze Rieppi-Caucig. Cividale,

tip. Fulvio 1910) si ricava che già in allora la conca di Albana-Prepotto era in gran parte vitata ...”

 

 

 

 

IL DISCIPLINARE DELLO SCHIOPPETTINO

Per quanto riguarda il disciplinare di produzione della sottozona, proposto e redatto dall’ Enologo Orfeo Salvador, si è aperto un approfondito confronto fra i produttori al fine di individuare lo Schioppettino “tipo” di Prepotto.

Si è optato per l’affinamento obbligatorio di un anno in legno, consigliando la barrique come contenitore ideale per rispettare l’aromaticità primaria del vitigno, pur non escludendo l'uso di di botti di capacità superiore.

Ci si è indirizzati verso una scelta di materiali con gradi di tostatura bassi, promuovendo l’utilizzo di contenitori di secondo passaggio purché in ottime condizioni sanitarie. Inoltre, si è previsto l’affinamento di un anno in bottiglia, prassi migliorativa e complementare con la precedente per ottimizzare il prodotto.

 

LA COLTIVAZIONE IN VIGNA

 

Miglioramento della qualità e ottimizzazione del rapporto tra pianta e ambiente sviluppati per la valorizzazione dello Schioppettino di Prepotto

per. agr. Carlo Petrussi, tecnico viticolo consulente dell’Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto dal 2003 al 2005.

 

Uno degli obiettivi più importanti in viticoltura è l’ottimizzazione del rapporto tra pianta e ambiente, poiché ciascun vitigno per poter manifestare appieno le proprie potenzialità genetiche, e in particolare quelle qualitative, necessita di specifiche condizioni pedo-climatiche oltre che colturali.

La valle dello Judrio presenta delle caratteristiche pedo-climatiche molto particolari che rendono questo territorio unico. Il vento secco e relativamente freddo che attraversa sistematicamente la vallata di Prepotto e Albana, mantiene a bassi livelli l’aggressività delle malattie fungine e, nella fase di maturazione delle uve, crea delle escursioni termiche determinanti per il corredo aromatico dello Schioppettino, vitigno autoctono della zona.

La variabilità dei terreni è notevole, gli strati alluvionali dello Judrio, che scorre in una vallata chiusa dove si alternano marne, arenarie, rocce calcaree, si sovrappongono alle sottili argille che piccoli rii hanno portato a valle dalle alture circostanti.

Tipica è la zona di Centa, con terreni caratterizzati da argille che hanno avuto origine da alcuni affioramenti di marne permiane tipiche per il loro colore rossastro.

La conoscenza delle interazioni fra il clima, i terreni e lo Schioppettino è basilare per progettare dei vini che esprimano le peculiarità di questo mirabile territorio.

 

L’attività che, nello sviluppo di questo progetto, abbiamo condotto nel periodo invernale si è focalizzata sull’analisi dello stato vegetativo dei vigneti e sull’accurata osservazione in campagna della vegetazione prodotta, in relazione alla forma di allevamento, alla qualità del legno prodotto, alla palizzatura dei tralci e agli interventi di potatura verde dell’estate precedente.

Nel 2004 era stato fatto ai viticoltori associati un invito a sostituire la tradizionale forma di allevamento “capovolto” con il “Guyot” mono o bilaterale, con 6/8 gemme per tralcio, forma questa più indicata per gli obiettivi qualitativi; si era altresì suggerito di modificare la struttura dei vigneti, al fine di privilegiare la parete fogliare con lo scopo di avere almeno 100/120 centimetri di foglia sopra i grappoli.

 

Dalle comparazioni fatte in campagna, è risultato palese che la forma di allevamento a “Guyot” ha permesso di ottenere con facilità la parete fogliare consigliata e, soprattutto, che i tralci erano lignificati con regolarità e portavano tutti almeno 8/10 internodi, favorendo una buona maturazione dei grappoli. Inoltre, la separazione della fascia produttiva da quella vegetativa ha permesso di ridurre di molto i tempi impiegati in alcune fasi della potatura verde: eliminazione dei doppi germogli, scacchiatura, sfemminellatura, sfogliatura, diradamento e accorciamento dei grappoli.

 

 

Nel 2003 è stata fatta un’indagine capillare in tutti i vigneti di Prepotto e nelle zone limitrofe per ricercare ceppi di Schioppettino con un’età di almeno 80 anni per salvaguardare la biodiversità genetica ancora presente sul territorio.

Il materiale genetico individuato è stato riprodotto e messo a dimora in condizioni di omogeneità nella primavera 2005 in un vigneto-catalogo e ciò permetterà di valutare in futuro le eventuali potenzialità produttive. Sono stati utilizzati 12 biotipi. Il materiale raccolto è stato innestato su 101-14 (ibrido Riparia x Rupestris), portainnesto di medio-bassa vigoria che si adatta bene ai terreni fertili e freschi e, con un ciclo vegetativo più breve degli altri, è adatto anche per le zone fredde. Le forme di allevamento realizzate sono: il “Guyot” monolaterale a 5/6 gemme, che è diffuso nella quasi totalità dello Schioppettino in produzione; il “cordone speronato”, che dà interessanti indicazioni per la riduzione delle dimensioni dei grappoli; l’“alberello”, che potrebbe dare un equilibrio produttivo e qualitativo con ridotti interventi di potatura verde.

 

La salvaguardia e la mappatura dei vigneti e dei ceppi storici sarà un indispensabile strumento per trasmettere la storia e la cultura della vite di questo territorio di confine.

 

 

LA VINIFICAZIONE

Durante l’annata 2004, assieme ai produttori e in diretta collaborazione con il prof.Carlo Petrussi, abbiamo scelto e seguito fino alla vinificazione sette vigneti, collocati in zone diverse e caratterizzate da diversi tipi di terreno e giacitura, sia in collina che in pianura, ma con una buona omogenità di altre condizioni colturali.

La maturazione delle uve è stata seguita con campionamenti periodici fino alla data di raccolta, che è stata praticamente la stessa per tutte le tesi.

I parametri seguiti sono stati sia quelli tradizionali per la maturazione tecnologica (zuccheri, acidità totale e pH), che quelli propri della maturazione fenolica.

Questi ultimi valutano la quantità degli antociani potenziali presenti nella bacca, la loro estraibilità (più l’uva è matura più aumenta la loro estraibilità) e il grado di maturazione del vinacciolo (un buon grado di maturazione prevede una buona lignificazione dei vinaccioli).

 

Dai dati è emerso che, nonostante l’annata 2004 non proprio eccezionale, il vitigno ha avuto una risposta notevole come grado di maturazione raggiunta. Ciò significa che, in buone condizioni di campagna, si adatta perfettamente all’ambiente in cui si trova.

Dopo le vinificazioni, condotte con modalità di lavorazione uniformi, i prodotti hanno mostrato in maniera evidente l’influenza del tipo di terreno sull’aromaticità e sulla struttura del vino. Quelli provenienti da terreni più ghiaiosi hanno note speziate molto spiccate (pepe e chiodi di garofano), mentre gli altri, originari da terreni argilloso-marnosi e dalle cosiddette terre rosse, presentano intense note fruttate (ribes nero e marasca).

 

Il lavoro, per la parte enologica, ha comportato anche la stesura di un protocollo di vinificazione consigliato, che prevede l’uso della macerazione prefermentativa a freddo per favorire l’estrazione della parte aromatica e del colore. In collaborazione con l’ERSA, abbiamo inoltre avviato un programma per la ricerca di ceppi potenzialmente utili di lieviti selezionati in zona.

 

LE DEGUSTAZIONI IN LOCO

 

E’ stata organizzata una bella degustazione riservata alla stampa specializzata ed agli operatori, in quel di Prepotto, seguita all’interessante Convegno organizzato dall’ Associazione dei 33 produttori di Schioppettino, i cui tratti salienti sono stati riportati sopra.

La prima parte della degustazione è stata riservata a sei Schioppettini annata 2006, i cui esiti vengono riportati in ordine di presentazione :

 

1)      La Buse dal Lof

Affinato in barrique di 2° passaggio:

Colore rubino in bella tonalità viva, naso intenso tra spezie e frutto, etereo; in bocca è caldo, abbastanza morbido, chiude con una lunga Pai. Da classificare

buono/molto buono in base alla legenda di cui sotto ;

 

2)    Grillo

Affinato in tonnaux:

 Naso pulito e fine, con note di rosa; macchia mediterranea; in bocca entra morbido, piacevole, giustamente tannico, di bella beva, con una nota di liquirizia in retrolfazione, chiude con una lunga Pai. DC molto buono;

 

 

3)    Antico Broilo

Affinato in barrique di 2°/3° passaggio

Inizialmente presenta una nota di “ riduzione” al naso, a cui questo vitigno/vino è facilmente soggetto, ma dopo 10/15 min. di ossigenazione nel bicchiere scompare totalmente; in bocca è caldo, leggermente tannico, con una buona nota di liquirizia finale, lunga la Pai. DC buono;

 

 

4)    Vigna Petrussa

Affinato in barrique di 1°/2°/3° passaggio

Presenta un naso pulito ed elegante; in bocca è caldo, armonico, con tannini bene amalgamati, presenta una buona beva. DC molto buono/ ottimo;

 

 

5)    Vigna Lenuzza

Affinato in barrique tonnaux

Ha un naso intenso e pulito; grande bocca, calda, armonica, una bella liquirizia, lunga la Pai. DC ottimo

( Ridegustato la sera stessa durante la cena di benvenuto, ho avuto conferma di questo grande prodotto : tra i miei top wine )

 

 

6)    Vigna Traverso

Affinamento in acciaio e barrique, con ossigenazione del mosto

Bel naso pulito e fruttato; grande bevibilità, tannini fini ed amalgamati, frutto dolce, godibile, molto caldo. DC ottimo ( il mio Top wine di questa serie )

 

 

Siamo poi passati ad una degustazione di annate  “ d’ Antan “, utile per capire l’evoluzione e la durata nel tempo della tipologia. Vengono riportati sempre in ordine di servizio :

 

1)      Schioppettino 2003- La Viarte-

Note di SO2, di rifermentazione, che tendono ad attenuarsi con il passare dei minuti; in bocca è armonico, con una leggera nota rifermentativa. DC  buono/molto buono;

 

 

2) Schioppettino 2001 Petrussa ( da non confondere con Vigna Petrussa che è un’altra azienda ndr )

Naso intenso di media qualità; in bocca è morbido, con tannini amalgamati, leggermente debole di corpo. DC buono;

 

 

3)    Schioppettino 1999- Azienda La Viarte-

Bel colore ancora vivo; naso abbastanza intenso, dove emergono note di cuoio, tabacco; in bocca si distende bene, è caldo, con una buona tannicità, lunga la Pai.

DC molto buono;

 

 

 

4)    Schioppettino  1999- Azienda Petrussa

Note di surmaturazione, leggero sentore di “ acetico/smalto “ , che con il tempo è sparito completamente; in bocca è migliore rispetto al naso: è caldo, con tannini amalgamati, buona la Pai. DC buono;

 

 

5)    Schioppettino 1998- Azienda Petrussa-

Naso intenso di buona fattura; in bocca è stupendo, con tannini amalgamati perfettamente al frutto, presenta una bella nota di liquirizia, ancora viva la spalla acida. Questa è stata un’annata fredda, dove il produttore era indeciso se imbottigliare o meno, e dopo 11 anni i risultati sono questi . Direi DC ottimo, il mio Top Wine di questa batteria;

 

 

6)    Schioppettino 1997- Azienda La Viarte-

Naso pulito ed integro, con belle note eleganti; in bocca è grande, pimpante, un bel vino :. DC ottimo. Un altro mio Top wine;

 

 

7)    Schioppettino 1994- Azienda La Viarte-

Ancora bello al colore; presenta un naso pulito; in bocca è ancora vivo e presente, molto tannico, con una lunga Pai. Un “ vecchietto “ di appena 15 anni ancora in forma.

DC buono/molto buono.

 

LE DEGUSTAZIONI AI BANCHI DEI PRODUTTORI

Nella giornata del sabato era possibile degustare alcuni altri Schioppettini , direttamente lungo le vie del piccolo centro di Prepotto, e le degustazioni erano aperte ad appassionati ed a tutti coloro che volessero approfondire la tipologia.

Il tempo inclemente non ci ha aiutato in tal senso, anche se le persone accorse sono state molte ugualmente.

 

 

Azienda Toti Adriano e Roberto- Albana di Prepotto-

Schioppettino 2007-gr. 13- Affinato in tonnaux

Uno di quei schioppettini che necessita di “ decantazione ed ossigenazione “, in modo da fare scomparire le piccole note di “ ridotto “ :

di colore rubino chiaro, presenta al naso, dopo ossigenazione, una bella speziatura, con note mentolate; in bocca è armonico, con un tannino levigato, giustamente caldo, presenta una gran bella beva, godibile e di qualità. DC molto buono/ottimo;

 

 

Azienda Ronco dei Pini

Schioppettino 2006-gr. 13- Affinato in barrique di 2° passaggio per 12/16 mesi:

Bel colore rubino, al naso è pulito, con profumi lineari, dove emerge una leggera speziatura; in bocca è armonico, con tannini presenti ma ben amalgamati. DC molto buono;

 

 

Azienda Maion

Schioppettino 2006-gr. 13-

Bel naso floreale ed originale, rispetto agli altri degustati, con note fresche e mentolate; in bocca è caldo, armonico con tannini levigati, rispecchia bene la tipologia. DC ottimo.

 

 

Note conclusive

Una trasferta coinvolgente, per chi Vi scrive “ un ritorno al passato “, ricordandomi quella mia prima trasferta in terra friulana, di 27 anni fa, quando alle prime armi mi affacciavo incuriosito  a questo “ mondo “ del vino , per me quasi sconosciuto all’epoca, ma con una grande voglia ed interesse a “ scoprire “ ed imparare, con una grande  curiosità ( che ancora oggi mi pervade ) per tutto ciò che è nuovo. Mi ha fatto molto piacere venire a conoscenza che gli amici di Prepotto e dello Schioppettino stavano organizzando questo evento, e con ancora piu’ piacere vi ho partecipato, essendo stato uno dei primi giornalisti italiani ad avere scritto di questo vitigno assolutamente “ autoctono “e di questo magnifico territorio,  

che come ho riferito personalmente ai viticoltori, spero vivamente riescano a conservare “ tout court “ cosi’ come si presenta oggi, per lasciare ai nostri figli ed ai nostri nipoti un’angolo di Paradiso in Terra friulana.

 

Devo annotare però, con rammarico e delusione, come la stupidità umana abbia permesso ad un viticoltore famoso di “ sbancare “ un bosco per impiantarvi una vigna : cose che in questo lembo di terra non dovrebbero mai succedere, cosi’ come in ogni altro angolo d’ Italia. Chi ha autorizzato tale scempio naturale, dovrebbe essere chiamato a rispondere direttamente a tutti noi, ed essere incriminato per oltraggio e danni irreversibili all’ecosistema della zona ed al patrimonio naturale dell’ umanità.

 

Un vitigno/ vino che solamente in questo lembo di terra riesce ad esprimersi al meglio, e che solo qui possiamo trovare, una vera “ chicca “ dell’enologia italiana, una “ unicità “, un piccolo “ gioiello “ che dovrà fare da traino a tutto il comparto, non solo vitivinicolo, ma anche ai numerosi e stupendi agriturismi presenti in zona, di cui Vi scriverò a breve. Non scordiamoci poi che, in questa zona vengono prodotti tra i migliori ( in senso assoluto ) vini bianchi italiani, tra cui i miei prediletti :

Sauvignon, Friulano…che per me rimane sempre il mio adorato “ Tocai “, e non dimentichiamoci del “ Picolit “, che quando vinificato come Dio comanda, non

ha nulla da invidiare ai migliori passiti nazionali ed internazionali, e proprio durante questa trasferta ho incontrato un paio di questi, di cui Vi scriverò prossimamente.

Alla nostra salute, cari amici lettori, con il magnifico Schioppettino di Prepotto, un piccolo/ grande gioiello che viene coltivato in questo ristretto fazzoletto di terra, con una produzione di appena 100.000 bottiglie in totale, da non perdere assolutamente.

Roberto Gatti

07 Luglio 2009

 

 

 

 

 

0-60 

scadente o difettoso

61-70

passabile o corretto

71-75

medio e senza pretese

76-80

piacevole o franco

81-85

buono

86-90

molto buono/ ottimo

91-95

eccellente

96-100

Top Wine

 

 


Tag: winetaste, gatti, schioppettino, soldati, prepotto, ribolla nera, pocalza, Pokalça, albana di prepotto, toti, rieppi


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